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Ma Io Volevo Solo Fare il DJ: la Storia di Mirko Cristian Diana (DMC)
Buongiorno. Mi chiamo Mirko Cristian Diana. Sebbene solo una persona mi chiami con il doppio nome, sono conosciuto da tutti come Mirko, e nel mondo della notte come DMC. Ho passato la vita in consolle. La mia storia è un'ode alla musica e alla forza di chi, nonostante tutto, si rialza, grazie anche all'aiuto di professionisti straordinari.
1.La musica, il lavoro e i primi segnali
Per 30 anni, la discoteca è stata la mia casa. La mia unica aspirazione era fare il DJ. Ma a 22 anni ho iniziato ad affrontare un dolore addominale a intermittenza. Dopo anni di diagnosi superficiali, che liquidavano i sintomi come intolleranze, a 26 anni arrivò la diagnosi vera: diverticolite.
Per oltre 12 anni ho lottato contro un'infiammazione costante.
La mia quotidianità era un inferno. Ero costretto a piegarmi dal dolore. Avevo in media 19-24 evacuazioni al giorno, con sangue e muco. In consolle, dovevo avere un disco lungo 13-15 minuti per correre in bagno. I viaggi erano una serie continua di "pit stop". A questo si aggiunsero anni di tentativi medici, spese enormi (7.000 euro in un anno) e l'amara scoperta di aver curato per 8 anni una patologia che non avevo, a causa di un errore di trascrizione.
2. Il crollo, la stenosi e l'ospedale
Il corpo ha ceduto. Ero a 49 kg, vomitavo feci e volevo morire. Avevo una stenosi occlusiva del colon. Dopo 7 mesi in queste condizioni, mi sono arreso all'ospedale: il Nostra Signora di Bonaria di San Gavino. Primo Intervento: Dopo 4 mesi, mi è stata confezionata una ciecostomia provvisoria per far riposare la parte in necrosi. Ho trovato un angelo in reparto: la stomaterapista Cinzia. La peritonite.
Il 29 ottobre l'intervento definitivo, ma cinque giorni dopo i punti interni cedettero. Peritonite. Stavo morendo, senza febbre, asintomatico. L'emergenza (5 novembre): Sono stato riportato d'urgenza in sala. L'intervento di emergenza mi ha portato fuori dalla sala con una colostomia aggiuntiva alla ciecostomia preesistente, per un totale di due stomie.
3. La Resilienza nel COVID e il Ruolo degli Angeli
Quello che è successo dopo è stato un calvario di 9 mesi: broncopolmonite, complicazioni, e persino una fistola all'ombelico che mi ha costretto a portare una terza sacca temporanea, perdendo 750ml di liquidi ogni 3 ore. Ero isolato nello sgabuzzino (a 44 kg), alimentato per via parenterale. Nonostante il reparto fosse invaso dal COVID, non l'ho preso ma, soprattutto: non sono mai stato lasciato solo. Medici, infermieri e OSS mi hanno tenuto in vita. Un'ultima emergenza (feci solidificate sugli organi) e un intervento di 10 ore mi hanno riportato indietro dal baratro psicologico.
4. La nuova normalità, grazie a Bologna
Dopo due anni di riabilitazione supportato da Cinzia, il Sant'Orsola di Bologna è intervenuto in modo risolutivo. L'intervento: Hanno rimosso la colostomia, bonificato la fistola e sostituito la ciecostomia con un’ileostomia. Sono tornato a casa da solo, con una cicatrice di 186 punti. Oggi, mi mancano 80cm di colon.
Ho rifiutato l'intervento di ricanalizzazione perché la mia vera normalità l'ho trovata così. La stomia mi ha salvato la vita. Continuo a fare il DJ, con la mia sacca. Mi reputo fortunato, e la mia storia è la prova che la stomia non è una fine, ma un nuovo, fortissimo beat per ricominciare a ballare.
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